L'UOMO SENZA PAURA
N° 64
Di Carlo Monni
1.
Probabilmente ho
passato dei momenti peggiori ma al momento confesso di non riuscire a
ricordarli. Sono rotolato giù da una scalinata e sono riuscito a non rompermi neanche
un osso ma ora il mio avversario si sta avvicinando a me.
Sono cieco, ma lo stesso incidente
che mi ha privato della vista ha anche potenziato i miei sensi e mi ha fornito
di uno straordinario senso radar, eppure la figura che si va facendo sempre più
vicina è per me quasi invisibile, solo la sua voce mi informa con chiarezza
della sua posizione:
-Ti sei fatto male, Devil? Lascia che…
ti dia una mano.-
Sembra
una gentile offerta d’aiuto ma si dà il caso che chiunque ci sia sotto la
maschera del Seminatore di Morte nelle sue mani c’è il Tocco della Morte… ed io
sono troppo stordito per evitarlo.
Lasciate che vi dica una cosa: se credete che
il lavoro del giornalista sia facile vi sbagliate. Il lavoro di un reporter
investigativo, poi, è ancora più difficile, potete credermi: il mio nome è Ben
Urich, lavoro per il Daily Bugle e so di cosa parlo.
La
notte scorsa uno dei tanti supereroi in costume di questa città è venuto a
trovarmi. No: non era il mio vecchio amico Matt Murdock, alias Devil, come forse
potete aver pensato e nemmeno l’Uomo Ragno, che qui al Bugle è sempre stato di
casa, ma ci siete arrivati vicino. Quale sia esattamente il legame tra il
vigilante chiamato Ragno Nero ed il classico Arrampicamuri non lo so e forse è
meglio che non lo sappia, ma lui era interessato ad un certo Fondo Sterling,
che è a sua volta legato a due omicidi avvenuti negli uffici dello studio
legale Sharpe & Associati che potrebbero essere opera del Seminatore di
Morte, un vecchio nemico di Devil che dovrebbe essere ormai defunto. Non
sarebbe la prima volta che un supercriminale creduto morto si rivela invece
vivo e vegeto e comunque un costume e dei gadget possono essere indossati da
chiunque.
La
maggiore indiziata per il ruolo è Mary Elizabeth Sterling, sorella di Philip
Wallace Sterling, il precedente Seminatore di Morte, ma la Polizia non ha
alcuna prova contro di lei.
Quanto
a me, ho solo un’ostinata curiosità, la stessa che mi ha portato a Villa
Sterling a tarda ora quando le persone educate non vanno a disturbare la gente
perbene a casa sua. Non è detto che io sia così ben educato, però, e nemmeno
che la gente che sto disturbando sia così perbene dopotutto.
Il
suono del campanello echeggia a lungo prima che una figura si materializzi nel
vialetto d’ingresso dirigendosi verso il cancello: è l’autista che ho
incontrato con la Sterling al quartier generale della Polizia l’altro giorno.[1]
Improvvisamente
l’esser venuto qui non mi sembra più una buona idea.
L’uomo che esce dal penitenziario statale di
Sing Sing, a trenta miglia a Nord della città di New York, è chiaramente un ex
detenuto, Ci vuole poco a capire che tutto quel che possiede è nella sacca che
si porta sulle spalle e c’è qualcosa nel suo sguardo mentre squadra la zona
tutt’intorno a lui che rivela un certo grado di indecisione, come se non
sapesse da che parte andare.
Un’auto nera dai
finestrini oscurati, che finora era stata ferma all’angolo della strada si
muove di colpo e gli si affianca. Un finestrino si abbassa ed una voce
dall’interno dice.
-Mr. Joseph Krueller, giusto? Le serve un passaggio fino in città?-
La diffidenza si
dipinge sul volto dell’uomo, il volto di chi ha avuto troppe esperienze per
aspettarsi qualcosa di buono dagli altri.
-E tu chi saresti?- ribatte –Il Buon Samaritano?-
-Sono uno che vuole offrirle l’opportunità di fare un sacco di soldi ed
al tempo stesso di vendicare la morte di suo fratello Victor.-
-Di mio fratello non potrebbe fregarmene di meno: era uno schizzato
fuori di testa che si è andato a cercare la fine che ha fatto. Piuttosto mi
interessa la faccenda dei soldi.-
-Allora salga: le spiegherò tutto lungo la strada.-
La diffidenza rimane
ma la curiosità e l’avidità hanno il sopravvento e l’uomo di nome Joseph
Krueller sale sull’auto che subito riparte verso New York.
2.
So che molti pensano che io sia solo una bambola
bionda un po’ svampita e mi piace che lo credano, così posso prenderli di
sorpresa. Mi chiamo Candace Nelson e sono la sorella minore (molto minore,
puntualizziamolo) di Franklin Nelson, l’attuale Procuratore degli Stati Uniti
per il Distretto Sud dello Stato di New York, una definizione un po’ lunghetta,
non è vero? Foggy, così lo chiamiamo noi familiari ed amici, è un tipo serio e
posato di quelli che non gli troveresti una macchia sulla camicia nemmeno dopo
che si è sbafato tre pizze tutto da solo, l’orgoglio di papà. Io, invece, sono
la pecora nera della famiglia, la ribelle scapestrata e vi confiderò un
segreto: non sono neanche così bionda quanto sembro, ma chi lo è di questi
tempi?
Stasera sto per
dimostrare quanto sono brava come giornalista investigativa. Quando frequentavo
Richard Fisk (quel bastardo del figlio di Kingpin che mi ha rimpiazzata con
un’altra bionda, una dall’aria algida quasi fosse unica al mondo) ho saputo che
il suo avvocato, Timothy Byrnes, frequenta il lounge bar del Club 21 dopo cena
(non avete idea di quante cose ti dicono gli uomini nei momenti giusti) ed è qui
che entro tutta bella in tiro e mi siedo al bancone.
Lui è lì. Curioso…
a vederlo non gli daresti gran credito: aria da eterno ragazzo anche se ha
superato da un pezzo i trent’anni, capelli neri e un po’ scompigliati, vestito
elegante ma non pretenzioso. Ha realizzato il suo sogno ed è divenuto un
avvocato di grido. Dopo la misteriosa scomparsa della mia matrigna Rosalind
“Razor” Sharpe ha preso la direzione dello studio scavalcando avvocati più
anziani che non hanno mancato di far girare la voce che si è guadagnato la
fiducia di Razor con certe prestazioni che col diritto non hanno molto a che
fare. Non so se sia vero, ma devo ammettere che è un bel ragazzo e non
biasimerei troppo Razor se davvero ha un debole per lui, dopotutto è pur sempre
una donna anche se tendo a pensare a lei più come ad una serpe velenosa.
Comunque sia, non m’importa di quanti cadaveri
Timothy Byrnes ha seminato la sua strada verso il successo: sono convinta che sui
misteri degli Sterling ne sappia più di quanto vuol dire. A Ben non direbbe
nemmeno che ora è ma con me sarà diverso, ci scommetto
Sta bevendo un
Martini… da solo. Gli lancio un sorriso carico di sottintesi e lui ricambia.
Poco dopo ecco che mi si avvicina un cameriere con un bicchiere pieno.
-Con gli omaggi del signore al tavolo d’angolo.- mi sussurra discreto.
Bingo… l’ho
agganciato.
Nonostante i miei
timori più assurdi l’autista non mi ha mangiato vivo ed anzi mi ha condotto da Mary
Elizabeth Sterling, che mi aspetta in piedi davanti ad un caminetto. Indossa
una vestaglia lunga fino alle caviglie e mi scruta con i suoi occhi grigi, che
alla luce artificiale assumono strani riflessi. Vedendomi sorride e mi dice:
-È un piacere incontrarla Mr. Urich. Se
voleva un’intervista poteva telefonare prima, comunque sarò lieta di parlare
con lei. Si accomodi per favore.-
Mi
indica una comoda poltrona di fronte a quella a cui si sede lei. Nel farlo la
vestaglia le scopre le gambe, un dettaglio non casuale ne sono certo.
Ancora
una volta mi si rivolge:
-Gradisce un po’ di brandy? O voi giornalisti
non bevete in servizio come i poliziotti?-
-Ne prendo volentieri un bicchiere grazie.-
-Immagino che voglia chiedermi di cosa ho
fatto durante il mio “esilio”. Nulla di eclatante, temo: ho viaggiato per tutta
l’Europa, un po’ in Asia ed anche in Sudamerica. Le solite cose di una ragazza
in cerca di esperienze. Purtroppo ho appreso della morte di mia madre[2]
troppo tardi per partecipare al suo funerale ed ho deciso di tornare solo ora.-
Restituisco
il bicchiere all’autista, che a quanto pare fa anche da cameriere, e riprendo a
parlare andando dritto al sodo:
-È lei la beneficiaria del Fondo Sterling? E
perché ha usato nomi come Elizabeth Wallace, Mary Dawes, Lisa Philips? Cosa
aveva da nascondere?-
-Ha dimenticato Betty Stirling e Mary Beth
Dawson. Ero la pecora nera di famiglia e mia madre non approvava che, sono
parole sue, infangassi il buon nome degli Sterling con le mie azioni… come se
mio fratello l’avesse invece glorificato. Ho accettato di usare altri nomi
durante le mie… scorribande. Tutto qui, l’ho già spiegato alla Polizia. Il
Commissario Stacy è stato molto gentile, lei, invece, mi ricorda, quel
poliziotto screanzato… chissà come ha fatto a diventare tenente? Com’è che si
chiama: Ryker?-
-Rucker. E che mi risponde se le chiedo se
lei è il nuovo Seminatore di Morte?-
Sorride
senza essere apparentemente turbata. Sorseggia un altro po’ di brandy e
risponde:
-Che ovviamente non lo sono. Si aspettava una
risposta diversa?-
Sto
per replicare quando mi rendo conto di qualcosa che non avevo notato prima:
vicino al camino c’è qualcosa che scintilla. Sulle prime non capisco cosa sia,
poi lo riconosco: è uno degli ornamenti dei bracciali della Vedova Nera.
Mi sveglio con un gran mal di testa. L’ultima cosa
che ricordo è una sensazione di freddo lungo tutta la schiena. Ovviamente non
sono morto: il Seminatore di Morte deve aver usato una versione meno potente
del suo tocco per farmi solo perdere i sensi, ma perché? Provo a muovermi e
scopro di essere incatenato ad una parete. Al mio fianco un battito ed un odore
familiari.
-Natasha.- chiamo.
-Matt… sei sveglio finalmente.- esclama lei.
-Attenta a come mi chiami, potrebbe esserci qualcuno in ascolto. Dove
siamo?-
-In una specie di sotterraneo, ma non so dirti di più. Quella donna. La
Sterling, aveva scoperto, non so come, la mia presenza e sono uscita ad
affrontarla poi qualcosa mi ha colpito alla nuca e quando mi sono risvegliata
tu eri legato al mio fianco.-
Gli odori che
percepisco e le immagini rimandatemi dal mio senso radar confermano che siamo
in un tipico sotterraneo, forse una vecchia cantina, probabilmente sotto Villa
Sterling.
-Se ci hanno lasciato in vita…- dico -… non è certo per consegnarci alla
Polizia per violazione di domicilio. Qualunque cosa abbiano in mente, sarà bene
liberarci prima che lo facciano.-
-E come suggerisci di fare?- replica la Vedova Nera –A me hanno portato
via cintura e bracciali ed a te il bastone… e queste catene sono troppo forti
per poterle spezzare a mani nude. Ci ho già provato senza successo.-
-Non si può mai sapere.- replico –Ho un’idea in mente, ha scarse
probabilità di funzionare ma che abbiamo da perdere?-
Il silenzio di Natasha
è la migliore risposta.
3.
Mi alzo senza fretta
sperando di sembrare disinvolto.
-Bene…- dico -… si è davvero fatto tardi ed
ho poco tempo per impostare l’articolo in tempo per l’edizione di domani.-
-Rimanga con noi un altro po’ Mr. Urich.- c’è
qualcosa nella voce di Mary Elizabeth Sterling che mi preoccupa.
-Per la verità devo proprio...-
-Insisto Mr. Urich, e non amo ricevere un no
come risposta ai miei inviti.-
L’autista
appoggia le sue mani sulle mie spalle e mi costringe a sedermi di nuovo.
-Hai sentito la padrona, Urich. Sta buono.-
Vorrei
dire qualcosa ma in quel momento la finestra si infrange ed una figura in nero
salta dentro la stanza.
-Ragno Nero!- esclamo.
Per
un attimo vedo la maschera di impassibilità della Sterling incrinarsi. Non si
aspettava una sorpresa simile o c’è dell’altro?
Il
Ragno Nero allontana l’autista e si rivolge a me:
-Vattene Urich… ADESSO!-
Non
me lo faccio ripetere due volte. Vorrei restare a vedere cosa succede ma
potrebbe non essere salutare per me.
Mi piace quando ho il giusto tempismo. Avevo comunque deciso di fare una
capatina a Villa Sterling, ma arrivare in tempo per tirar fuori Ben Urich da
una brutta situazione è un bonus aggiuntivo quasi perfetto.
Peccato non aver potuto fare un’entrata
più discreta, ma non si può avere tutto.
Il tizio si frappone tra me e Mary
Elizabeth e le grida:
-Se ne vada,
signora, a lui ci penso io.-
Mentre la donna corre verso una porta,
io ribatto spavaldo:
-Tu e quale
esercito?-
Lo colpisco con un diretto allo stomaco
ma lui non si smuove di un millimetro, come se avessi colpito un muro di
mattoni.
-Tutto qui
quello che sai fare Ragno Nero?- mi irride.
Gli sferro un altro pugno, stavolta al
meno ed anche stavolta non muove un muscolo. Ok… non sarà così facile come
credevo.
Non vedo cosa mi colpisce ma lo sento e
mi ritrovo improvvisamente a volare per tutta la stanza ed a colpire una
parete. Come ha fatto? Devil mi ha detto che sospettava che fosse un
superumano, evidentemente aveva ragione.
A proposito… Devil e la Vedova Nera, dovevano
essere qui prima di me, che fine hanno fatto? Anche senza tirare in ballo i
miei poteri precognitivi, ho un brutto presentimento.
Mi puntello come meglio posso contro una parete e comincio a tirare.
-Una catena è forte come il suo anello più debole.- spiego a Natasha –Il
problema è individuarlo ed esercitare la pressione giusta per farlo saltare ed
è questo il problema principale, poi c’è quello del tempo necessario per
farlo.-
Non so quanto ci vuole
ma alla fine le manette saltano. Cado a terra massaggiandomi i polsi.
-Adesso tocca a te.- dico alla Vedova –Dovrei riuscirci più facilmente…
spero.-
I muscoli mi dolgono
terribilmente ma non posso indugiare.
-Sei certo di farcela?- mi chiede lei –Mi sembri piuttosto provato.-
-Devo. Dobbiamo essere liberi quando i nostri catturatori verranno a
farci visita… e lo faranno di certo… prima o poi.-
Continuo a sforzarmi.
Se fossi in forma ce la farei in pochissimo tempo ma ho sforzato troppo i
muscoli di braccia e gambe prima. Non posso arrendermi, però, e non lo farò.
-Serve per caso un grimaldello?-
Conosco quella voce
femminile. Istintivamente mi volto verso la fonte della voce, sul vano di una
porticina. Silhouette, profumo, battito cardiaco, ritmo del respiro, voce.
Tutto concorda: è la…
-Gatta Nera, come sei arrivata qui?-
-Oh… non è stato poi così difficile.- risponde Felicia Hardy e mi
immagino che sorrida –Mentre cercavo un modo comodo di entrare nella villa mi
sono imbattuta nell’entrata di un passaggio segreto. A volte sono fortunata
sapete?-
Mentre parla libera
Natasha dalle manette che la tengono bloccata al muro con una facilità
imbarazzante.
-Da quanto sei qui?- le chiede la Vedova.
-Da abbastanza tempo per vedere Devil liberarsi. Non so come ci sei
riuscito, ma complimenti: ottima performance.-
-E non potevi intervenire prima?- ribatte Natasha con voce alterata.
-Dovevo scassinare la serratura di questa porta… e poi… erano un così
bello spettacolo tutti quei muscoli tesi e guizzanti.-
Mentre parla mi posa
una mano sull’avambraccio. Nemmeno coi miei supersensi riesco a capire se
scherza o fa sul serio. Questa donna è una contraddizione vivente.
-Ora non abbiamo tempo.- intervengo -Dobbiamo uscire di qui.-
-Temo di non
potervelo permettere.-
Il seminatore di Morte è appena arrivato.
4.
Alzo gli occhi e vedo balzare su di me un gigantesco giaguaro… o è un
leopardo? Vorrei aver prestato più attenzione alle lezioni di scienze naturali
al liceo… o meglio vorrei l’avesse fatto Peter… e sì che con tutti i pazzoidi
vestiti da animali che abbiamo affrontato noi Uomini Ragno dovremmo essere
degli esperti. Beh qualunque cosa sia ha artigli e zanne lunghi ed affilati e
non ci tengo a vederli troppo da vicino.
Scarto di lato evitando l’assalto e poi
sparo due getti gemelli di ragnatela verso la belva che si gira e li oltrepassa
come se fossero carta velina per poi balzarmi addosso. Ho appena il tempo di
spiccare un salto e con una piroetta atterro alle spalle del felino… che è
scomparso.
-Ma che sta
succedendo qui?- esclamo perplesso.
Devo ringraziare il mio senso di ragno
se evito un colpo che mi avrebbe staccato la testa. Mi giro rapidamente e
sferro un pugno… al nulla. Nel salone ci sono solo io… o così sembra.
Mi sta venendo un’idea.
-Bene… bene.-
dico apparentemente al nulla –Chi sei davvero? Il fratello di Mysterio per
caso? Lascia che ti dica che avrei preferito le sorelle Mastermind al posto
tuo. La bionda, in particolare ha un costumino niente male, ma anche la bruna…-
Mentre continuo a parlare lascio che
sia il senso di ragno ad agire, a guidarmi al posto dei miei sensi facili da
ingannare. Cerco di ignorare ogni altro stimolo e finalmente… colpisco.
L’autista mi appare davanti, seduto sul
pavimento e col labbro sanguinante. Non gli do il tempo di pensare e lo
colpisco ripetutamente finché non si muove più.
-Avresti dovuto
filartela finché eri in vantaggio, ma hai voluto strafare.- gli dico ma non può
più sentirmi.
Naturalmente
accetto l’invito a raggiungere il mio “bersaglio” al suo tavolo e mi siedo
davanti a lui sorridendo.
-Noi ci conosciamo.-
mi dice –Anche se probabilmente non si ricorda di me: mi chiamo Timothy Byrnes
e sono…-
-L’avvocato di
Richard Fisk lo so: ho anche seguito un paio di suoi processi per il Bugle e
l’ho vista al party degli avvocati. Era insieme a Becky Blake.-[3]
Lui pare davvero colpito.
-Becky è una
cara amica… ma io sono single, miss Nelson.-
Cerca di non darlo a vedere ma
il suo sguardo passa dalla mia scollatura alle mie gambe. L’ho davvero
agganciato. Candace Nelson, la Mata Hari dei giornalisti, ha preso il suo pesce
nella rete. Ora resta da vedere se riuscirò a farmi dare le informazioni che
cerco e sganciarmi senza ferirlo troppo.
Sbatto le ciglia e replico:
-Chiamami
Candace… e anche io sono single.-
E un po’ matta anche,
probabilmente.
Di nuovo faccia
a faccia col Seminatore di Morte. Concentro i miei sensi sulla figura davanti a
me ma a parte una vaga silhouette non percepisco niente: nessun odore o battito
cardiaco o altro che mi faccia capire chi c’è davanti a me e nemmeno se è un
uomo o una donna. Forse non è Philip Sterling redivivo ma usa la stessa
tecnologia. L’eredità che quel pazzo ha lasciato alla sorella.
-Avete mille risorse.- ci dice –Non mi aspettavo che vi liberaste così presto, lo
ammetto.-
- I migliori piani di
uomini e topi spesso finiscono male, specie quando c’è di mezzo una Gatta
Nera…- interviene Felicia Hardy -… figuriamoci quelli delle donne.-
-La sua cultura letteraria mi sorprende Miss Hardy. In ogni caso…-
-Ehi, mi offendi. Non
sono solo un bel faccino e un paio di tette da urlo, sai? Ho un cervello anche
se pochi ci fanno caso… e se mi offendo sono molto pericolosa.-
La Gatta Nera salta contro il
Seminatore di Morte sferrandogli un calcio ma gli passa attraverso e ricade a
terra. La sento tremare per la tipica sensazione di freddo che prova chi
attraversa o è attraversato dal corpo immateriale del Seminatore… che ora si
rivolge a noi:
-E tu e la tua compagna che intenzioni avreste, Devil? Credete di
potermi battere?-
-Perché no?- ribatte
Natasha –Noi siamo in due mentre tu sei solo ed il tuo tanto vantato Tocco
della Morte non basterà a fermarci entrambi. Non crederci indifesi solo perché
ci hai tolto i nostri gadget. Io conosco più modi di uccidere a mani nude di
quanti tu potresti immaginare. Potrei spezzarti il collo mentre Devil ti tiene
occupato e neanche e ne accorgeresti finché non fosse troppo tardi.-
-Bel discorso Vedova Nera, ammiro la tua sfacciataggine, ma non basta.-
Si muove verso di noi ed io urlo.
-Attenta Natasha!-
Balzo addosso al Seminatore mentre è
ancora tangibile e gli blocco i polsi.
-Bella mossa Devil, ma cosa credi di ottenere?-
-Quello che ho già
ottenuto.- ribatto –Colpiscilo Natasha, adesso!-
Sento la Vedova scattare ma
contemporaneamente il nostro avversario si rende immateriale e ci sfugge. Il
calcio che avrebbe dovuto abbatterlo passa a pochi millimetri dal mio naso
mentre solo la sua agilità permette a Natasha di non ricadere malamente a
terra.
-Pare che siamo in una situazione di stallo: voi non potete toccarmi ed
io non posso toccare voi senza rendermi vulnerabile. Il buon senso suggerisce
di finirla qui, almeno per il momento. Arrivederci.-
E con queste parole il Seminatore di
Morte semplicemente svanisce.
5.
Franklin, “Foggy” Nelson teme proprio di aver
fatto una sciocchezza ma non poteva lasciar perdere anche la minima possibilità
di scoprire qualcosa sulla scomparsa di sua madre
Forse Rosalind Sharpe non è stata la migliore
delle madri, anzi non è stata affatto una madre per lui, ma è pur sempre la
donna che lo ha messo al mondo e se c’è qualcosa che può fare per ritrovarla, è
deciso a farla… anche se forse venire in questo magazzino abbandonato nel
fronte del porto senza avvertire nessuno dopo aver seminato la sua scorta non è
stata davvero una buona idea
-Mi fa piacere vedere che ha accettato il mio invito avvocato Nelson.-
La voce viene da
qualche parte davanti a lui, ma Foggy non riesce a vedere niente perché è
accecato dalla luce di un potente riflettore puntato su di lui.
-Chi… chi è lei?- chiede.
-Mi chiami una parte interessata… interessata a certe informazioni in
possesso del suo ufficio su certe indagini delicate.-
-Cosa? No… non posso farlo e non lo farò.-
-In tal caso, mi vedo costretto a chiederle: quale parte anatomica di
sua madre desidera ricevere per prima a casa sua? Gliene manderemo una al
giorno finché non si deciderà… o finché non resterà più nulla da inviare.
Scelga lei.-
Foggy suda freddo e si
deterge il sudore dalla fronte con un fazzoletto.
-Io… io non… io sono un funzionario pubblico e non posso cedere a un
ricatto.-
-Ma lo ha già fatto in passato. Non ricorda di come si fece incastrare
da un certo Mr. Kline e per uscirne si piegò a far processare la Vedova Nera
per un omicidio che non aveva commesso?-[4]
-Come… come avete fatto a… a…-
-A saperlo? Siamo un consorzio con molte risorse. Ovviamente terremo
queste informazioni per noi finché farà il bravo. Saremo gentili con lei: le
diamo tempo sino a domani a mezzogiorno per decidere, poi agiremo.-
La voce cessa di parlare,
il riflettore si spegne e Foggy si ritrova solo… solo e spaventato.
Sento
le sirene della Polizia e vedo un paio di autopattuglie seguite da un’auto
“civile” e dal furgone di Codice Blu e sono contento di non essermi allontanato
troppo. Tuttavia una domanda mi sorge spontanea: avrei dovuto farlo, lo so, ma
non ho chiamato la Polizia e allora chi è stato?
Nell’uscire dal
sotterraneo io e Natasha ritroviamo il mio bastone con la sua cintura ed i suoi
braccialetti, poi, insieme alla Gatta Nera, percorriamo l’ultimo tratto e,
com’era prevedibile, sbuchiamo in un corridoio di Villa Sterling. Nel salone
principale troviamo il nostro amico Ragno Nero.
-Era ora che
arrivaste.- ci dice –Avevate una buona ragione per perdere tanto tempo?-
-Che ne dici di un
tizio in nero con un ampio mantello?- ribatto.
-Che mi pare un
ottimo motivo. Intanto io ho avuto da fare con questo signore.-
Si riferisce ad un uomo svenuto sul
pavimento. Il famigerato autista, direi.
-Allora, bel
maschione…- interviene la Gatta Nera –Fatta qualche scoperta interessante?-
-Beh… a dire il
vero…-
Non termina la frase: si sente un
bel trambusto e poi irrompono nel salone un bel po’ di uomini armati.
-Fermi, Polizia!-
urla uno di loro.
Riconosco battiti e dopobarba del
Capitano Marcus Stone di Codice Blu e del Detective Connor Trevane e percepisco
il nervosismo nei segni vitali degli altri. Cosa sta succedendo?
Avverto anche la presenza di una
donna non armata, profumo di classe, battito calmo. Dovrei conoscerla?
-Eccoli, agenti.-
dice –Questi uomini e donne mascherati hanno fatto irruzione in casa mia e
hanno aggredito il mio autista che cercava di proteggermi e mi ha consentito di
scappare e chiamarvi.-
Mary Elizabeth Sterling, ovviamente.
Bell’idea la sua. So che i poliziotti non le credono ma non hanno molta scelta
al momento.
-Devil…- mi si
rivolge Trevane -…sarebbe meglio che tu ed i tuoi amici ci seguiste senza fare
storie.-
-Mi dispiace…-
interviene la Gatta Nera -… ma sono sempre stata allergica alle stazioni di
Polizia. Tu che ne dici Ragno?-
-Sono d’accordo.-
replica Ragno Nero e spara le sue ragnatele avvolgendo i poliziotti davanti a
lui. Solo due rimangono liberi. Uno si fa prendere dal nervosismo e preme il
grilletto della sua pistola, ma il percussore batte a vuoto.
-Ma cosa?-
Il secondo poliziotto fa un passo
avanti e cade a terra.
-Ma quanto siete
sfortunati.- commenta Felicia ridacchiando, poi si rivolge alla Sterling –Io e
te non abbiamo finito, strega, sappilo.-
La donna non ha la minima reazione,
Ragno Nero si volge verso di me:
-Ci vediamo presto,
Devil.-
-Ci conto.- rispondo.
-Noi che facciamo…
Devil?-mi chiede la Vedova.
-Ce ne andiamo
naturalmente.- mi volto verso il capitano Stone -Tranquillo, la ragnatela si
dissolverà tra un’ora.-
-Lo so, dannazione.-
replica lui non molto soddisfatto,
Io e Natasha ci fermiamo davanti a
Mary Elizabeth Sterling. Non percepisco alcuna variazione nei suoi segni
vitali: questa donna ha i nervi d’acciaio e potrebbe davvero essere il Seminatore
di Morte ma non ho alcun modo di dimostrarlo… ancora.
Usciamo dalla villa e quando ormai
siamo abbastanza lontani la Vedova Nera mi dice:
-Vorrei che tu avessi
potuto vederla, Matt. Avrei tanto voluto cancellarle dalla faccia quel
sorrisetto insolente che aveva.-
-Hai fatto bene a non
farlo Natasha.- le rispondo –Ci saranno altre occasioni per regolare i conti
con lei. Per ora questo round è suo, ma, fidati, ce ne saranno altri.-
6.
Robert Diamond esce in fretta dalla doccia e
con un asciugamano avvolto intorno ai fianchi si precipita alla porta del suo
appartamento mentre il campanello continua a suonare e lui si chiede perché la
gente sceglie sempre momenti come questi per farsi viva di persona o al
telefono
Dopo aver controllato
allo spioncino, apre la porta e si trova davanti Dakota North.
-Dakota… è un piacere vederti.- dice –Come mai sei qui?-
-Ho bisogno del tuo aiuto.- risponde l’investigatrice.
Bob fa un lungo
respiro e replica:
-Entra e parliamone.-
Ok, lo ammetto: non
sono così furba come pensavo. Quel che volevo era solo convincere Tim Byrnes a
darmi delle informazioni e non avevo alcuna intenzione di finirci a letto, ma è
esattamente quello che è accaduto. Candace Nelson, sei una vera stupida, devi
ammetterlo.
È
la radiosveglia sul comodino di Tim a svegliarmi e mentre mi rendo conto di
dove sono, sento una notizia che mi dà un tuffo al cuore e mi ghiaccia il
sangue nelle vene.
Natasha ed io stiamo
facendo colazione nella mia cucina e stiamo discutendo di quanto è successo la
notte scorsa quando dalla radio che trasmette il notiziario sento qualcosa che
attira la mia attenzione.
<<… incidente d’auto. Il Procuratore
Federale Franklin Nelson è in condizioni gravissime all’ospedale…>>
-Mio Dio… Foggy!- esclamo.
Il mio più vecchio amico
in pericolo di vita. Lui mi è stato vicino nei miei giorni più duri e mi ha
aiutato a superare il periodo buio seguito alla morte di mio padre.
-Matt…- Natasha mi stringe la mano.
-Devo andare.- dico semplicemente.
-Dobbiamo andare.- ribatte lei con fermezza –Io
sarò al tuo fianco, conta su di me.-
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Non
c’è molto da dire su quest’episodio a parte che un po’ di pedine si stanno
muovendo e che le scelte di alcuni nostri personaggi come: Candace Nelson, suo fratello
Foggy e Dakota North avranno conseguenze serie per il loro futuro.
Nel prossimo episodio: Foggy Nelson
vivrà o morirà? Il suo è stato un incidente o no? Chi c’è dietro al ricatto ai
suoi danni? Rosalind Sharpe è davvero ancora viva? Candace Nelson scoprirà i
segreti degli Sterling? Perché Dakota North vuole l’aiuto di Bob Diamond? Quale
sarà la prossima mossa del Seminatore di Morte? La risposta ad alcune, se non a
tutte queste domande nel prossimo episodio in cui potrebbe ricomparire anche
Jester, visto che non ce l’ha fatta in questo.
Carlo
Carlo